Caro energia: la crisi delle lavanderie industriali
Servizi Italia
02/03/2023
Lavanolo
Il settore delle lavanderie industriali esce da un triennio particolarmente sfidante, che ha visto l’alternarsi (e in molti casi anche il sovrapporsi) di diversi eventi esogeni che ne hanno influenzat

Lavanderie industriali: un servizio essenziale a costi insostenibili

Le lavanderie industriali di ambito sanitario svolgono servizi essenziali e indifferibili, quali il noleggio e la sanificazione della biancheria per le strutture alberghiere e per la ristorazione, il noleggio, la sanificazione di biancheria, divise e kit medici per sale operatorie, nonché il servizio di sterilizzazione (Tessuto Tecnico Riutilizzabile e strumentario chirurgico) per ospedali, case di cura e strutture sanitarie in genere.

Sebbene le lavanderie industriali non rientrino nella definizione di “impresa energivora” [1],  è facile capire quanto gli aspetti energetici giochino un ruolo determinante nello svolgimento di un’attività che prevede il lavaggio e l’asciugatura di centinaia di tonnellate di biancheria ogni giorno. Per dare un ordine di grandezza, il settore delle lavanderie industriali di ambito sanitario, nel 2019, registrava un’incidenza dei costi di energia e gas pari al 6% del fatturato; nel corso del 2022 tale incidenza è salita fino al 28%.

Le cause della crisi energetica

La crisi del gas trova la propria origine nella ripresa cinese del 2021, quando le attività del gigante asiatico si sono rimesse in moto dopo il fermo dovuto alla pandemia da Covid-19, di fatto sconvolgendo tutti gli equilibri. In passato, la pesante richiesta di energia da parte della Cina era in qualche modo mascherata dalla produzione americana di shale oil e shale gas ma, successivamente, questo tipo di produzione energetica ha visto una costante diminuzione degli investimenti, come risultato della scelta ambientale di abbandonare le energie fossili. Non è stato possibile accorgersi immediatamente di ciò che stava accadendo perché all’inizio del 2020 la pandemia ha chiuso le fabbriche cinesi e depresso la domanda, ma appena è ripartita la produzione cinese (e con essa i consumi energetici) i prezzi sono impazziti. E alla guerra in Ucraina mancava ancora un anno.

Guardando i dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), si vede come il gas sia passato dal costare circa Euro 20/MWh nel maggio 2020 a oltre Euro 70 nello stesso mese del 2021, con successivi picchi che l’hanno portato a Euro 343 Euro/MWh (26 agosto), ora sì a causa della guerra. Si può quindi sostenere che la guerra abbia aggravato una situazione già preoccupante.

A circa un anno dall’invasione russa del territorio ucraino, le esportazioni di gas russo verso l’UE sono calate fortemente e – a partire dallo scorso 5 dicembre – è entrato in vigore l’embargo dell’Unione Europea del petrolio russo, insieme al tetto al prezzo del greggio russo.

In febbraio, dopo quasi tre mesi di continui ribassi, si è registrata la prima inversione, a causa del primo, vero freddo invernale. Di recente quindi, a causa della riduzione delle temperature, abbiamo iniziato davvero a prelevare gas dai nostri stoccaggi, tanto che – a livello europeo – le erogazioni nette degli ultimi dieci giorni sono state maggiori rispetto a quelle di tutto il mese di dicembre. In media, le scorte continentali sono ancora sufficientemente alte tuttavia, c’è da augurarsi un cambio di rotta delle temperature, perché perdere l’1% o più di stoccaggio su base giornaliera per lungo tempo, potrebbe far salire i prezzi in vista della prossima stagione di iniezione.

Secondo gli analisti, pur con una certa prudenza, la previsione resta ancora ribassista anche se, come quasi sempre accade, la situazione non è scevra da rischi: andamento delle temperature nei prossimi mesi, novità sul conflitto che potrebbero mandare a zero il gas ancora in arrivo dalla Russia, ripresa più o meno forte della domanda industriale, sono fra i principali.

Lavanolo per la sanità: uno dei settori più colpiti dal caro energia

Come detto, le lavanderie industriali di ambito sanitario forniscono un servizio essenziale e indifferibile che, nonostante la variabilità della situazione, non è possibile sospendere o anche solo ridurre.

Si tratta inoltre di un mercato con alcune caratteristiche che contribuiscono a rendere la situazione ancora più squilibrata: le lavanderie industriali, infatti, dipendono quasi totalmente dai contratti in essere con strutture sanitarie pubbliche, la cui durata è di 5-6 anni e che vengono aggiudicati tramite gare d’appalto che normalmente non prevedono alcuna indicizzazione delle commodities. E anche se i contratti consentirebbero – in linea teorica – la rinegoziazione per eccesiva onerosità sopravvenuta e per eventi imprevisti e imprevedibili, oggi questa via è impraticabile in modo autonomo dai singoli Enti Sanitari, a causa dei vincoli di spesa a cui sono chiamati nella situazione contingente che, nella maggioranza dei casi, non contemplano l’adeguamento periodico dei prezzi.

Si crea in questo modo un evidente scollamento fra l’andamento reale del mercato e i contratti in essere, con il paradosso che oggi enti e strutture sanitarie stanno usufruendo di servizi privati a un prezzo che per le aziende non è più sostenibile. Il forte aumento dei costi e la difficoltà nel trasferire ai clienti questi rincari, si traduce immediatamente per le imprese in una pesante perdita di bilancio.

Allo stesso tempo, i contratti che consentono di applicare un adeguamento vengono ritoccati sulla base del FOI calcolato dall’Istat, che tuttavia non rispecchia in alcun modo le dinamiche dei costi industriali, che necessiterebbero di parametri differenti.

In questo contesto, ANAC ha emesso una delibera [2] che prevede un aggiornamento dei prezzi di riferimento per le gare d’appalto nel settore lavanolo. Si tratta di una rivalutazione significativa, pari a circa il 12%; tale delibera però non è cogente e, come se non bastasse, molte regioni non hanno i fondi per applicare gli aumenti, soffrendo a loro volta per l’incertezza dell’attuale situazione energetica.

Questa situazione fa del lavanolo uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi energeticail possibile fallimento di molte aziende del settore metterebbe a rischio l’intero Sistema Sanitario Nazionale, con chiare implicazioni a livello di igiene ospedaliera, oltre che occupazionali. Se le lavanderie non saranno più in grado di garantire il servizio, a farne le spese saranno i livelli di assistenza sanitaria da garantire ai cittadini.

Crisi energetica: quali prospettive future per le lavanderie industriali?

Le scelte strategiche che attendono le imprese nell’imminente futuro trovano oggi basi piuttosto fragili su cui poggiarsi, prevalentemente destabilizzate da una volatilità dei prezzi delle energie che trova le sue cause in diversi fattori, sia contingenti che di più ampio respiro. La transizione energetica dei prossimi vent’anni, ad esempio, coinvolgerà globalmente tutte le economie e comporterà un consumo di energia, dovuto all’approvvigionamento dei materiali, che si stima sarà almeno il quadruplo rispetto ad oggi. L’attuale diversificazione degli approvvigionamenti di gas nell’eurozona porta i nostri mercati a una progressiva deriva rispetto al nuovo baricentro dei mercati asiatici. Proprio il Far East e il suo attore principale, la Cina, faranno da termometro per quella che sarà la vera domanda di commodities energetiche che potrà spostare sensibilmente gli equilibri fino ad ora rimasti pressoché intatti.

All’interno di questo scenario incerto, non si può ignorare il rischio legato al contesto climatico, sempre più imprevedibile e condizionante anche nel definire il rapporto di causalità tra domanda e offerta delle risorse energetiche. A titolo esemplificativo, basti pensare che diversi osservatori internazionali provano ad interpretare i fondamentali delle variabili energetiche tramite modelli che, a seconda della maggiore o minore piovosità e nevosità degli inverni, tentano di prevedere la futura domanda di energia e l’adeguato livello di scorte che via via potrebbe risultare sufficiente.

Il Governo ha il compito ora di intervenire in modo diretto, innanzitutto rendendo cogente la delibera dell’Anac sull’aggiornamento dei prezzi o intervenendo con contributi straordinari per sostenere i costi energetici.

L’appello delle aziende del settore allo Stato è, dunque, quello di intervenire subito sul tema energia perché presto la situazione potrebbe diventare non più recuperabile. L’invito è quello di far diventare prioritarie le esigenze di un settore industriale che non può ridurre i servizi alla sanità, ma che non può neanche continuare a lavorare in perdita.

Quest’incertezza sul futuro e questo senso di impotenza nel governare variabili prevalentemente imprevedibili permette, tuttavia, anche all’audacia di chi riesce a guardare oltre, di percorrere sentieri differenti e focalizzare l’attenzione su proposte, iniziative e soluzioni che solo fino pochi mesi fa sembravano irrealizzabili.

Per uscire da questa situazione, è auspicabile dunque un’azione congiunta da parte di Governo e Regioni, affinché si trovi una soluzione condivisa, concreta e velocemente percorribile nell’interesse di tutti, trattandosi – in ultima istanza – del contribuire, seppur indirettamente, alla garanzia della salute e dell’assistenza sanitaria di ogni cittadino. Occorre immediatamente individuare un provvedimento a livello governativo, specifico per questo settore, che riconosca un adeguamento temporaneo dei prezzi e un contributo straordinario per la spesa energetica in eccesso, rispetto alla situazione ante conflitto in Ucraina.

Note:

Rassegna Stampa

  • Molinette Ultimatum della lavanderia, Corriere ed. Torino, 06/09/2022
  • Chi lava le lenzuola e i camici degli ospedali rischia di fermarsi, “La Verità”, 08/09/2022
  • Energia, il governo intervenga, La Gazzetta di Parma, 09/09/2022
  • Maxi lavanderie in crisi. I costi si sono sestuplicati, La Provincia, 09/09/2022
  • Situazione insostenibile per imprese tra contratti bloccati e caro bollette, “Il Sole 24 Ore”, 13/09/2022;
  • TGR Trentino 13/09/2022 – Gas: crisi delle lavanderie industriali, bolletta da 120.000 euro
  • TGR Lombardia 19/09/2022 – Le grandi lavanderie in crisi
  • TGR Emilia Romagna 19/09/2022 – Lavanderie in ginocchio
  • Caro energia, in ginocchio le lavanderie industriali che lavorano per gli ospedali, Il Fatto Quotidiano, 25/09/2022