Tessuto Tecnico Riutilizzabile TTR: una scelta amica dell’ambiente
Servizi Italia
23/09/2020
Sterilizzazione tessili
Impermeabile, antisettico, resistente, antistatico, confortevole, ma soprattutto riutilizzabile. Ecco di cosa si tratta e perché è la soluzione giusta per il settore medico-sanitario (e non solo).
Foto dettaglio Insight Servizi Italia

Nel corso degli ultimi mesi, abbiamo già avuto modo di parlare della sterilizzazione della biancheria ospedaliera, in particolare di quella realizzata in Tessuto Tecnico Riutilizzabile TTR. Un tema molto attuale per gli addetti ai lavori, ma del quale si parla ancora troppo poco al di fuori dell’ambito sanitario.

Abbandonare o, perlomeno, limitare il più possibile l’uso del materiale monouso (che siano mascherine, camici, teli o divise) presenta molti vantaggi, che vanno ben oltre gli aspetti economici e di mercato.
Stiamo parlando, tra le altre cose, di riduzione dei rifiuti immessi nell’ambienteincentivo al ricicloabbattimento dei costi di smaltimento, tutte tematiche che fanno riferimento all’ambito della responsabilità sociale d’impresa (o CSR, dall’inglese Corporate Social Responsibility), argomento tanto dibattuto negli ultimi anni.

Questi temi non sono nuovi per il Gruppo Servizi Italia che, già da tempo, ha fatto del rispetto della natura e della lotta al cambiamento climatico la base del proprio impegno per offrire servizi di qualità sempre più elevata.
Si tratta di un percorso complesso e articolato, condiviso a tutti i livelli coinvolgendo fornitori, clienti e gli stessi utilizzatori nella progettazione di soluzioni innovative per la valorizzazione del territorio e delle persone.
Non fa eccezione il settore della sterilizzazione dei dispositivi medici tessili, nel quale la nostra azienda opera con successo da più di 30 anni.

I dispositivi medici tessili: storia e caratteristiche

La storia dell’utilizzo dei dispositivi tessili in ambito medico e operatorio affonda le sue radici a inizio ‘900, epoca a cui risalgono le prime notizie sul ricorso a uno specifico cotone multistrato, opportunamente sterilizzato con il vapore, per delimitare l’accesso chirurgico.

Questo tipo di tessuto rappresenta, almeno fino agli anni Sessanta, l’unico dispositivo medico in uso nelle sale operatorie per il contenimento delle infezioni. Una soluzione particolarmente funzionale, in quanto si tratta di materiale facilmente reperibile, sterilizzabile e riutilizzabile.
Tuttavia, anche se il cotone ha il vantaggio di essere molto assorbente e facilmente drappeggiabile, ci si rende presto conto che non è sufficiente. Serve una vera e propria barriera al passaggio dei fluidi, realizzata in un materiale che, diversamente dal cotone, non rilasci particelle, veri e propri vettori di diffusione di virus e batteri.

Nasce l’esigenza di trovare una soluzione alternativa ed è così che si ricorre prima al TNT Tessuto Non Tessuto e, successivamente, al TTR Tessuto Tecnico Riutilizzabile, i due grandi protagonisti del settore dei dispositivi tessili per uso medico.

Foto dettaglio Insight Servizi Italia

Il Tessuto Non Tessuto TNT

Tessuto non tessuto (TNT) è il termine generico per indicare un prodotto industriale simile a un tessuto ma ottenuto con procedimenti diversi dalla tessitura: diversamente dai tessuti comuni, nei quali le fibre sono generalmente disposte in modo ortogonale tra loro, nel TNT manca questa struttura ordinata e le fibre vengono unite meccanicamente, con adesivi o con processi termici.

L’invenzione del Tessuto Non Tessuto risale agli anni Trenta, anche se è solo a partire dagli anni Ottanta, con le scoperte sui polimeri e le loro proprietà, che diventa conosciuto al grande pubblico. L’uso di questi materiali, infatti, implica il vantaggio di non dover acquistare o produrre fibre, riducendo i costi senza perdere in qualità e caratteristiche tecniche.

Così il TNT, nato come sostituto a basso costo del tradizionale tessuto, nel tempo è in grado di guadagnarsi un’ampia fetta di mercato, soprattutto in quelle applicazioni per le quali i tessuti classici non sarebbero altrettanto efficaci. Il campo medico-sanitario ne è un esempio: qui, il Tessuto Non Tessuto ha trovato e trova tuttora larga applicazione, soprattutto per gli articoli usa-e-getta.

I principali vantaggi di questo materiale sono:

  • assorbenza;
  • leggerezza;
  • non abrasività;
  • idrorepellenza;
  • basso ingombro;
  • automazione dei processi produttivi.

Tuttavia, il TNT presenta un importante svantaggio: è altamente inquinante, un aspetto poco rilevante negli anni passati, ma che oggi deve essere seriamente tenuto in considerazione.

Si stima che servano oltre 400 anni per la decomposizione di un telo in TNT.
Inoltre, essendo un tessuto termolabile, cioè soggetto a degradazione con il caldo, richiede una sterilizzazione a freddo. Il problema sorge quando viene scelta la metodologia ETO, un processo di sterilizzazione molto comune ma ad alto rischio e impatto ambientale in quanto basato sull’utilizzo di perossido di etilene.

Il Tessuto Tecnico Riutilizzabile TTR

Il Tessuto Tecnico Riutilizzabile (TTR) è un materiale tessile innovativo, sicuro e confortevole, molto utilizzato per l’allestimento delle sale operatorie. È composto da due tipologie di tessuti:

  • le microfibre in poliestere: drappeggiabili, leggere, antistatiche, idrorepellenti e quasi totalmente lintfree (senza rilascio di pelucchi e residui sulle superfici);
  • i tessuti trilaminati, composti da due strati esterni in poliestere, resi idrofili, e una lamina in poliuretano (PU) e/o politetrafloruletilene (PTFE): drappeggiabili, impermeabili, ad alta traspirabilità e resistenza, sia da asciutti che da bagnati, e a bassissimo rilascio particellare.

I prodotti tessili per sala operatoria in TTR (camici, teli chirurgici e le divise Clean Air) mantengono la condizione di asepsi, cioè di assenza di germi infettivi, durante l’intera procedura chirurgica, riducendo il rischio di infezioni e tutelando la salute dell’operatore sanitario.

Così come previsto dalla normativa UNI EN 13795, tutti i materiali utilizzati per la realizzazione dei camici e dei teli chirurgici vengono sottoposti a indagini chimiche, fisiche e biologiche, per verificare che mantengano intatte le loro caratteristiche durante tutto il ciclo di vita. Il TTR garantisce:

  • effetto barriera contro la penetrazione di microrganismi patogeni e virus;
  • impermeabilità ai liquidi (sangue, secrezioni, disinfettanti);
  • capacità assorbente;
  • antistaticità;
  • rilascio irrilevante di particelle (no linting);
  • confort e traspirabilità;
  • indeformabilità, resistenza all’abrasione, resistenza alla rottura, sia da asciutti che da bagnati.

In particolare, la membrana di PTFE o PU presente nei tessuti trilaminati è altamente traspirante: questo rende i tessuti più confortevoli perché allevia lo stress termico del personale che li indossa in sala operatoria.

Inoltre, questa stessa membrana garantisce isolamento termico, evitando che il corpo del paziente si raffreddi in caso di interventi chirurgici di lunga durata. Infine, evita l’eccessiva sudorazione, contenendo la dispersione dei liquidi e, quindi, riducendo la necessità di reidratazione del paziente.

Ultima ma non meno importante caratteristica del TTR è il fatto che sia riutilizzabile, poiché mantiene inalterate le proprie caratteristiche di traspirabilità e impermeabilità anche dopo molti cicli di lavaggio e sterilizzazione.

Un vantaggio non di poco conto in un momento storico critico come quello che stiamo attraversando: l’emergenza Covid ha fatto crescere in modo spropositato la domanda di dispositivi usa-e-getta, non solo nel privato ma anche per il settore medico-ospedaliero. La quantità di rifiuto non riciclabile che ne consegue rischia di mettere in seria difficoltà la filiera destinata al loro smaltimento, con il timore di un danno ambientale senza precedenti.

Si pensi che, secondo un articolo pubblicato recentemente sul Sole 24 Ore, “a titolo di confronto, i dispositivi di protezione individuale contro il virus possono generare in un anno fino a 300-400mila tonnellate di rifiuti, quando i due più grandi termovalorizzatori italiani (…) distruggono circa 600-700mila tonnellate l’anno.” (fonte: A2A, serve una rete d’inceneritori per smaltire la marea di mascherine, Jacopo Giliberto, IlSole 24 Ore del 16/09/2020)

Quali prospettive, dunque, per i dispositivi tessili in Tessuto Tecnico Riutilizzabile per il comparto medico-ospedaliero? Continuate a seguirci per saperne di più!