DPI anti-RX: l’importanza di una gestione integrata per la salvaguardia di operatori e pazienti
Servizi Italia
14/06/2021
Lavanolo
L’aumento delle applicazioni chirurgiche che prevedono l’utilizzo di radiazioni ionizzanti richiede la continua evoluzione dei dispositivi di protezione e della normativa che ne regola modalità di utilizzo.
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Le radiazioni ionizzanti

Viene definita radiazione l’energia trasmessa da una fonte e che si diffonde sotto forma di onde elettromagnetiche o di particelle subatomiche.

Le radiazioni ionizzanti hanno la capacità di “ionizzare” la materia che attraversano, creando delle particelle cariche di energia che ne danneggiano la struttura chimica.

Queste particelle possono determinare, in base ai tempi di esposizione, gravi danni per la salute umana, che vanno da semplici eritemi della cute a vere e proprie lesioni, fino ad arrivare a forme gravi di leucemia o cancro.

La radioprotezione

I raggi X furono scoperti nel 1895, ma è solo a partire dal 1920 che si comincia ad avere consapevolezza degli effetti nocivi delle radiazioni sull’uomo e sull’ambiente. 

La radioprotezione è dunque una disciplina relativamente giovane, il cui obiettivo è tutelare la salute dei lavoratori e della popolazione, prevenendo o riducendo i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti.

L’utilizzo dei raggi X nell’attività ospedaliera è largamente diffuso e trasversale ai diversi reparti.

Il sistema di protezione sanitaria contro le radiazioni ionizzanti, proposto dalla ICRP (International Conference on Pattern Recognition) e accolto dalla maggior parte delle normative nazionali e internazionali, si basa su tre principi.

  • GIUSTIFICAZIONE: per ogni pratica con impiego di radiazioni, i benefici devono essere nettamente superiori ai rischi.
  • OTTIMIZZAZIONE: consiste nell’adottare tutte le misure possibili e adeguate a ridurre l’esposizione alle radiazioni.
    Viene applicato il principio ALARA (As Low As Reasonably Achievable), per il quale le esposizioni a radiazioni ionizzanti devono essere mantenute al livello più basso ragionevolmente ottenibile, tenuto conto dei fattori economici e sociali.
  • LIMITI DI DOSE: la somma delle dosi ricevute e impiegate non deve superare i limiti prescritti dalla legislazione vigente.

 

Come ridurre dunque la dose di radiazioni e proteggere il lavoratore?

Ad oggi, i dispositivi di protezione adottati in ambito sanitario sono sia collettivi (DPC), come schermi, pareti mobili e protezioni anti-RX per il tavolo operatorio, che individuali (DPI) come camici, collari e occhiali anti-RX.

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Gestione dei DPI anti-RX: criticità

Secondo l’art.74 D.Lgs 81/2008 i dispositivi di protezione individuale vengono definiti come:
… qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo”.

L’art. 76 comma 2, D.Lgs 81/2008 dispone, inoltre, che i DPI debbano:

  • essere adeguati alle condizioni presenti sul luogo di lavoro;
  • essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare un rischio maggiore per il lavoratore;
  • tenere conto delle esigenze ergonomiche e della salute del lavoratore;
  • poter essere adattati all’utilizzatore secondo le sue necessità.

In particolare, i DPI anti-RX sono considerati dispositivi di protezione individuale di terza categoria (delle varie tipologie di DPI e della loro gestione vi avevamo parlato in questo articolo), in quanto proteggono da rischi di morte o lesioni gravi a carattere permanente; tuttavia, la loro gestione presenta alcune criticità che rischiano di comprometterne l’efficacia, col conseguente pericolo di pregiudicare la sicurezza dell’operatore.

Gestione interna del parco DPI anti-RX

Quanti camici ci sono in ogni reparto? A chi sono stati assegnati? Che livello di protezione hanno? Quando è stato fatto l’ultimo controllo di integrità? Quali sono le condizioni igieniche del capo?

In Italia, dal 1995 è prevista la figura dell’Esperto Qualificato, ovvero un tecnico al quale il datore di lavoro affida l’incarico di svolgere la sorveglianza fisica dei lavoratori esposti al rischio da radiazioni ionizzanti, in possesso delle cognizioni e dell’addestramento a ciò necessari. Tra i suoi compiti vi è anche quello di provvedere alla gestione e al controllo dei DPI anti-RX. La corretta gestione, manutenzione e verifica dei capi anti-RX passa sotto una serie di processi lunghi e oggettivamente difficoltosi da mettere in atto.

Nel 2016, INAIL redige una “proposta di procedura per la gestione dei dispositivi di protezione individuale dalla radiazione X per uso medico-diagnostico” e dispone che ogni singolo DPI, completo delle sue caratteristiche (assegnazione, livello di protezione, marca, taglia, ecc.), venga registrato in un archivio elettronico che lo identifichi in modo univoco prima del suo ingresso nel ciclo produttivo, garantendone la tracciabilità.

Sanificazione dei DPI anti-RX

Per sanificazione s’intende l’utilizzo di sanificanti e disinfettanti per ridurre il numero di batteri che contribuiscono a contaminare oggetti e superfici, mantenendo livelli igienici di sicurezza.

Un dispositivo anti-RX non sanificato può essere veicolo di infezione, compromettendo lo stato di salute dell’operatore e del paziente.

Il D.Lgs 81/2008, Art.77 sottolinea l’obbligo del datore di lavoro nel garantire la pulizia periodica dei DPI e l’importanza di questa pratica nel controllo del rischio di infezione.

A tal riguardo, la citata procedura INAIL sottolinea come la periodica pulizia del D.P.I. contribuisca alla rimozione dei batteri dalla loro superficie e aiuti quindi nel controllo delle infezioni. Lo stesso documento evidenzia che nel caso in cui i dispositivi anti-RX vengano utilizzati da più operatori, sarà compito del datore di lavoro garantirne la pulizia periodica. Lo stesso dovrà stabilirne la periodicità, le modalità delle procedure di pulizia, tenendo conto dei rischi degli indumenti non puliti e delle misure di protezione da garantire.

Mantenimento dei DPI anti-RX

Il corretto mantenimento dei DPI anti-RX è fondamentale per garantirne efficacia e durata. Oltre alla periodica pulizia, una corretta conservazione dei camici prevede che vengano sempre mantenuti stesi o appesi dopo l’uso e che siano tenuti lontani da fonti di calore e da superfici taglienti. Il mancato rispetto di queste indicazioni può portare a usura o lacerazione e quindi all’uso di un dispositivo non più idoneo a proteggere chi lo indossa.

Controllo di integrità dei DPI anti-RX

Gli organismi internazionali, prima fra tutti la International Atomic Energy Agency (IAEA), indicano la necessità di un sistematico controllo, con periodicità almeno annuale, dell’efficienza dei DPI anti-RX a partire dall’inserimento nel ciclo produttivo.

La letteratura riporta che, a regime, circa il 3 % dei dispositivi risultano non idonei in occasione del controllo annuale e se ne rende necessaria l’esclusione dal ciclo produttivo.

È compito dell’Esperto Qualificato programmare e realizzare il controllo periodico dei singoli DPI; per questa ragione è necessario predisporre e adottare una procedura a cui dovranno essere sottoposti tutti i DPI impiegati per la radioprotezione del lavoratore. Ciascun dispositivo dovrà essere controllato regolarmente e con periodicità non superiore ai dodici mesi, comunque coerentemente con le indicazioni fornite in tal senso dal produttore nella documentazione tecnica.

La proposta di Servizi Italia per la gestione dei camici anti-RX

Servizi Italia ha trasformato in realtà i principi della normativa vigente, studiando un servizio innovativo e all’avanguardia per la gestione di qualunque tipo di dispositivo anti-RX presente all’interno delle strutture ospedaliere.

Si tratta di un servizio completo di gestione informatizzatasanificazione e controllo di integrità dei dispositivi di protezione individuale anti-RX, supportato da una logistica capillare che prevede il ritiro dello sporco e la riconsegna del pulito con frequenza a scelta del cliente.

Per ogni camice ritirato, viene prima effettuato un controllo visivo della parte sartoriale (clip, velcro, cuciture), al quale segue un controllo dell’integrità della lamina schermante mediante l’utilizzo di un’apparecchiatura a raggi X dedicata.
Una volta verificata l’integrità del camice, questo viene sanificato attraverso un processo validato che garantisce l’abbattimento della carica batterica, senza comprometterne le caratteristiche protettive. A maggior garanzia, a sanificazione avvenuta, i DPI vengono sottoposti a un secondo controllo di integrità; questo permette di avere l’evidenza che le attività di manutenzione eseguite non hanno variato le caratteristiche protettive del capo.

Ogni fase del processo viene tracciata da un software e, in caso di necessità, possono essere forniti DPI sostitutivi aventi le stesse caratteristiche di quelli ritirati, in modo da non interferire in alcun modo sulla normale attività ospedaliera.

Nel corso dell’anno, il servizio prevede che ogni singolo capo venga ritirato più volte per essere sottoposto alle manutenzioni sopra elencate, in modo da evitare che un camice non integro rimanga in circolo per lunghi periodi.

A questo si aggiunge il servizio di noleggio: una linea di DPI anti-RX di altissimo livello qualitativo, personalizzabile in base alle esigenze del cliente.

Il servizio proposto fornisce numerosi vantaggi:

  • piena rispondenza a tutte le normative vigenti in materia di radioprotezione;
  • controllo capillare di ogni dispositivo in entrata e in uscita dalla struttura ospedaliera;
  • aumento del livello di igiene nei confronti degli utilizzatori e dei pazienti;
  • aumento del livello minimo di protezione, ogni operatore avrà il dispositivo adatto alle proprie esigenze, sempre presente, integro e manutenuto nel tempo.

Questa soluzione garantirà inoltre:

  • flessibilità di gestione, per affrontare le continue variazioni del numero dei dipendenti;
  • spesa mensile costante, certa e diluita nel tempo;
  • rapporto con un unico fornitore.

Prospettive per il futuro

Il servizio di gestione di DPI anti-RX risponde a un bisogno sempre più diffuso nelle strutture ospedaliere.

“L’attenzione a questa problematica e a quanto propone Servizi Italia è in continua crescita e sono  diverse le strutture a cui offriamo questo servizio e con molte altre abbiamo aperto tavoli di discussione. Le ultime gare d’appalto del mondo lavanolo insegnano che questo servizio diventerà una naturale estensione di quello che Servizi Italia già offre per la biancheria ospedaliera.” afferma Alan Teodorini, Responsabile Commerciale Radioprotezione di Servizi Italia.

“Per il futuro ritengo che il mercato della radioprotezione italiana evolverà verso la scelta di soluzioni che comprenderanno un servizio integrato e non una semplice fornitura, nell’interesse soprattutto degli operatori”.