Smart Working dopo l’emergenza Covid: il futuro è già qua
Servizi Italia
01/09/2022
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Il recente Decreto governativo semplifica gli adempimenti necessari e Servizi Italia rende strutturale il lavoro agile.

A seguito dell’emergenza causata dall’epidemia da Covid-19, a partire dal mese di marzo 2020, Servizi Italia ha introdotto il lavoro da remoto per i propri impiegati, sulla base di quanto previsto dalla normativa emergenziale di riferimento.

Con il 31 agosto si conclude questa esperienza e, nonostante sembrassimo pronti a una reale rivoluzione, il lavoro agile ora rischia di tornare a essere un fenomeno minoritario, ancora regolamentato dalle normative pre-pandemia, seppur semplificate.

Servizi Italia decide di guardare però oltre, riconoscendone i vantaggi e decidendo di continuare a investire sullo smart working, in virtù dello sviluppo costante dei processi di innovazione digitale che comportano una trasformazione profonda dell’organizzazione del lavoro e delle professionalità. Il lavoro agile diventa così un fattore abilitante dello sviluppo della digitalizzazione, di promozione della sostenibilità socialeambientale ed economica e del miglioramento della produttività aziendale.

Smart Working: a che punto si trova l'Italia

Al di là delle differenze fra telelavoro e lavoro agile, è importante sottolineare come – soprattutto durante la prima fase pandemica – lo smart working si sia rivelato uno strumento fondamentale per assicurare la continuità del business e dei servizi. Quasi 9 milioni di persone hanno sperimentato lo smart working durante la pandemia, pari a circa il 40% dell’intera forza lavoro.

Numeri impressionanti, che però cozzano con lo stato attuale delle cose: nonostante numerose indagini che attestano il permanere dell’interesse di organizzazioni e lavoratori nei confronti di questo strumento, la realtà sembra riportare una situazione diversa. L’ultimo rapporto Istat certifica come in Italia siamo fermi ad un livello di smart working che coinvolge soltanto il 13,6% dei lavoratori, contro il 25% della Germania e oltre il 30% della Francia.

Tuttavia, risulta chiaro come questa forma di lavoro sia destinata ad avere un ruolo sempre più rilevante in futuro, soprattutto in quelle forme cosiddette “ibride” che prevedono un’alternanza equilibrata fra la presenza in ufficio e il lavoro da casa.

Rischi e benefici del lavoro agile

Si è a lungo parlato dei rischi e dei benefici legati allo svolgimento del proprio lavoro da casa e, per questa ragione, l’applicazione di soluzioni ibride fra casa e azienda rappresenta a oggi la scelta migliore per massimizzare i benefici e al contempo ridurre i rischi del lavoro a distanza.

Secondo un’indagine condotta da OCSE, tra i principali benefici che gli imprenditori riconoscono c’è la convinzione che lo smart working migliori la produttività del lavoro (60%) e consenta di reclutare talenti in uno spazio geografico più ampio (45%). Mentre dal punto di vista dei lavoratori fanno premio la possibilità di ridurre le spese del pendolarismo e di conciliare il lavoro con altri impegni familiari (87%), oltre che una generale maggiore flessibilità nell’organizzazione del proprio calendario (82%).

Potenzialità, dunque, da considerare insieme ai già consociuti rischi, quali l’isolamento e la fusione della vita professionale con quella privata che potrebbero ridurre il benessere dei lavoratori, mentre la mancanza di interazione continua con i colleghi può ostacolare lo sviluppo di nuove idee. Così come dal punto di vista degli imprenditori, si presta attenzione al pericolo che possa venire meno il lavoro di squadra e la collaborazione all’interno dei team, e che i dipendenti alla lunga si identifichino meno con l’azienda e abbiano minori possibilità di imparare sul luogo di lavoro. Soprattutto, appaiono ardui da superare i pregiudizi culturali, indotti dalla diffusa incomprensione delle necessità riorganizzative dello smart working e dalle resistenze al cambiamento di datori di lavoro abituati al controllo visivo dei dipendenti.

È finito lo smart working emergenziale. E ora?

Se, come accennato nella parte introduttiva, è vero che per un’immediata rivoluzione si dovrà attendere ancora, è altrettanto vero che il riconoscimento generale delle potenzialità dello smart working ha portato il governo ad introdurre delle semplificazioni per favorirne l’utilizzo.

Il 31 agosto è terminata la legislazione di emergenza introdotta a marzo 2020 con l’inizio della pandemia e il lavoro agile torna così alla sua versione originaria, attuabile solo con uno specifico accordo individuale fra azienda e lavoratore. Tuttavia, grazie al “Decreto semplificazioni”, le aziende devono seguire iter più semplici dal punto di vista burocratico, che ne renderanno più facile e snella l’applicazione.

Lo smart-working di Servizi Italia

Servizi Italia ha introdotto la possibilità di lavorare in smart working fin dagli esordi del periodo pandemico e, nel corso di questi anni, il lavoro agile è entrato nella quotidianità di molti.

Oggi che le misure restrittive sono state via via allentate e i lavoratori sono tornati a popolare vivacemente gli uffici, lo smart working rappresenta più che mai uno strumento fondamentale per bilanciare la sfera lavorativa e quella privata; un tassello importante in quel percorso di trasformazione digitale e crescita sostenibile che l’azienda sta percorrendo.  Si tratta di una svolta innovativa che pone alla base del proprio sviluppo la fiducia che l’azienda ha nei confronti dei propri dipendenti, parte attiva e fondamentale di questo cambiamento di approccio culturale e di mentalità. Un rapporto basato sulla fiducia permette non solo una maggiore responsabilizzazione rispetto ai propri obiettivi, ma anche maggiore flessibilità nell’organizzazione delle attività lavorative e possibilità di bilanciare l’uso delle tecnologie digitali con gli strumenti tradizionali di collaborazione.

A partire dal 1° settembre, Servizi Italia introduce così un modello bilanciato di smart working che prevede due giorni di lavoro da remoto e tre giorni in ufficio, previa sottoscrizione di un accordo individuale.

La sfida per il futuro sta ora in una gestione innovativa, che favorisca la transizione verso una mentalità rivolta al benessere dei lavoratori, per i quali valori come flessibilità ed equilibrio tra sfera professionale e privata si affiancano oggi per importanza ai benefit economici.