Sanità e sostenibilità: il tessuto tecnico riutilizzabile
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18/10/2023
Sostenibilità
Impermeabile, antisettico, resistente, confortevole: il Tessuto Tecnico Riutilizzabile rappresenta la scelta migliore per la sostenibilità ambientale e per l'economia del Paese.
Sanità e sostenibilità: il tessuto tecnico riutilizzabile.

Parlare di sostenibilità è quanto di più mainstream possa esserci al giorno d’oggi. Se ne parla in tutti i settori, in alcuni casi con robusti dati a supporto, in altri più sull’onda dell’emozione e della moda momento, ma in tutti con il tentativo di impegnarsi a raccontare il proprio impegno in modo chiaro e trasparente. È dunque paradossale che, nonostante in questi ultimi anni le imprese non abbiano fatto altro che dimostrarsi attente e impegnate nei confronti della responsabilità sociale, la loro reputazione presso l’opinione pubblica sia scesa tanto in basso.

Ci troviamo davanti a una situazione completamente nuova, fatta di grandi cambiamenti nello sviluppo sociale, ambientale ed economico e non si può più pensare che questa rivoluzione sia appannaggio esclusivo delle imprese private e dei cittadini.

Tutte le aziende, anche quelle pubbliche, oggi devono essere valutate non più soltanto in base ai profitti, ma anche per il loro impatto socio-ambientale e dunque in base alla loro capacità di coniugare la creazione di valore con un modello di business che sia sostenibile nel tempo.

Scegliere di operare in modo sempre più sostenibile è una necessità di tutti i settori, ma diventa ancora più importante per quei settori che sono naturalmente connessi al benessere sociale e ambientale della società nel suo insieme, come quello sanitario, le cui aziende contribuiscono direttamente alla salute e al benessere della popolazione, rivestendo un ruolo fondamentale e ad alto impatto sociale.
In questo contesto appare chiaro che, nonostante la natura sociale del servizio che queste aziende offrono, non ci si possa esimere dall’interrogarsi sulla sostenibilità delle attività e dei processi operativi.

La sostenibilità in ambito sanitario

La responsabilità ambientale, così come quella sociale, è una nuova priorità per le aziende del settore sanitario e il fatto che molte si affaccino soltanto ora a questi temi, fa sì che in molti casi l’approccio sia ancora un po’ acerbo.

Dal punto di vista ambientale, il settore sanitario (e in particolare quello ospedaliero), oltre ad essere caratterizzato da problemi di shortage delle risorse, cambiamento climatico e crisi economica, è anche sollecitato da molteplici fattori di cambiamento, culturali e demografici, quali ad esempio l’aumento delle aspettative degli utenti e l’invecchiamento della popolazione, che portano alla necessità di un ripensamento delle modalità di erogazione delle prestazioni sanitarie e a concentrare l’attenzione verso la sostenibilità. Quando si pensa alle attività di un ospedale, il focus principale viene posto sulla qualità e sull’affidabilità del servizio assistenziale erogato, senza considerarne il forte impatto ambientale, in termini, ad esempio, della quantità di rifiuti che produce, di energia che consuma e risorse che impiega.

Un’indagine condotta da Altis Università Cattolica, Cerismas, BCG e Quantis¹ illustra i futuri trend in fatto di emissioni, produzione rifiuti e consumo di acqua nel settore sanitario italiano e sottolinea come questo sia chiamato a compiere azioni responsabili verso l’ambiente e i propri stakeholder, oltre ovviamente a garantire la salute e il benessere della popolazione.

I valori ESG (Environmental, Social, Governance) sono intrinseci al mondo sanitario, dato il ruolo di responsabilità diretta verso i pazienti, nel garantire sicurezza e qualità del servizio, e indiretta, nello scegliere e supportare pratiche di approvvigionamento ispirate ai principi della tutela dell’ambiente e della salute, dei diritti umani e del lavoro etico.

Inoltre, lo studio evidenzia un crescente livello di consapevolezza e di attenzione delle aziende rispetto alle preoccupazioni sociali e ambientali; il 90% delle aziende ha implementato pratiche di efficientamento energetico e di conservazione delle risorse, ma molte iniziative non sono ancora diffusamente adottate. In cima alla classifica delle buone pratiche messe atto spiccano:

  • una migliore gestione dei rifiuti;
  • un migliore utilizzo delle risorse;
  • l’impiego di materiali riciclati.

Per facilitare il processo di diffusione della cultura della sostenibilità dentro e tra le organizzazioni è indubbiamente necessario promuovere un approccio sistematico e strutturato, che parta dalla definizione di obiettivi chiari, concreti e misurabili, per arrivare alla misurazione e alla rendicontazione degli impatti generati, mettendo a fattor comune le migliori esperienze presenti sul territorio.

In quest’ottica, sarà molto importante condividere le best practice di sostenibilità, che possono aiutare nell’adozione di soluzioni all’avanguardia e portare benefici in merito agli impatti ambientali e sociali.

Fornitori e partner che quotidianamente si confrontano con la sanità italiana devono iniziare a ragionare non solo in termini di operatività, ma anche in chiave prospettica, in termini di innovazione e confronto, per la migliore definizione di quelle che sono le esigenze e le possibili soluzioni. È importante avere obiettivi di sostenibilità condivisi e riconosciuti, anche dal punto di vista formale, dotandosi di strumenti efficaci per l’interlocuzione tra pubblico e privato e rendendo il confronto trasparente, sostanziale e libero da pregiudizi.

Tessuto Tecnico Riutilizzabile in sanità

Il tessuto tecnico riutilizzabile: la miglior scelta di sostenibilità

Una delle aree ospedaliere più sensibili è senza dubbio la sala operatoria, che richiede altissimi standard di sicurezza (per i pazienti e per gli operatori) e produce grandi quantità di rifiuti, il cui smaltimento risulta non solo impegnativo, ma molto oneroso.

Dopo che, nei primi anni 2000, il cotone ha smesso di essere utilizzato in sala operatoria, Tessuto Non Tessuto e Tessuto Tecnico Riutilizzabile si sono di fatto spartiti il mercato, ognuno con le proprie debolezze e i propri punti di forza.

Il Tessuto Non Tessuto (TNT) è estremamente flessibile e spesso utilizzato con accessoristica integrata, ma è monouso e deve essere smaltito come rifiuto speciale. Il Tessuto Tecnico Riutilizzabile invece può essere utilizzato e riprocessato fino a 70-100 volte e, una volta raggiunta la fine della sua vita in ambito sanitario, può essere utilizzato in nuove applicazioni (come ad esempio imbottiture).

I dispositivi in Tessuto Tecnico Riutilizzabile (TTR) utilizzati nelle sale operatorie sono realizzati in un materiale confortevole e assolutamente sicuro, in grado di mantenere inalterate le proprie caratteristiche fisiche di traspirabilità e impermeabilità anche dopo svariati cicli di lavaggio e sterilizzazione.

Impermeabile, antisettico, resistente, antistatico, confortevole, ma soprattutto: riutilizzabile. Il tessuto tecnico è una scelta amica dell’ambiente, un’alternativa possibile, una strada percorribile verso l’abbandono del monouso.

Per saperne di più e approfondire le caratteristiche tecniche del TTR, potete leggere il nostro articolo di blog dedicato: “Tessuto Tecnico Riutilizzabile TTR: una scelta amica dell’ambiente”.

La tecnologia produttiva e gestionale alla base del servizio di trattamento del TTR è molto articolata, ma rappresenta l’unica vera alternativa attualmente possibile al dilagare negli ultimi anni dell’utilizzo del monouso. Scegliere il TTR significa nella maggior parte dei casi scegliere un prodotto italiano, in grado di contribuire in modo diretto alla produzione del PIL nazionale e che di fatto non impatta sulle quantità di rifiuti prodotti dalla sala operatoria.

In questo contesto, il Tessuto tecnico Riutilizzabile rappresenta un passo sostanziale nella direzione della sostenibilità, essendo il materiale tecnologicamente più avanzato nell’ambito dei dispositivi tessili per sala operatoria, visto che realizza le migliori prestazioni in termini di performance, comfort e sicurezza.

Perché scegliere il TTR?

Va da sé che l’adeguatezza, l’affidabilità e la sicurezza dei dispositivi in dotazione alle strutture ospedaliere sono aspetti cruciali al fine di garantire la qualità delle cure e la tutela della salute, tanto degli operatori quanto dei pazienti. In quest’ottica, i tessili per sala operatoria sono fondamentali per impedire la trasmissione di agenti infettanti tra pazienti e personale clinico durante gli interventi chirurgici.

Come detto, il mercato dei tessili per sala operatoria si articola in due macro-segmenti: Tessuto Non Tessuto (TNT) e Tessuto Tecnico Riutilizzabile (TTR).

Ma se, oltre agli aspetti strettamente sanitari, vogliamo prendere in considerazione gli impatti ambientali e sociali, dobbiamo alzare lo sguardo e provare ad analizzare i diversi elementi rilevanti lungo tutta la catena del valore.

  • La filiera del TTR si sviluppa principalmente sul territorio nazionale, grazie a imprese di servizi che gestiscono per conto della struttura ospedaliera tutto il ciclo di ricondizionamento e di vita dei prodotti, semplificando in tal modo le procedure interne alle strutture ospedaliere.Al contrario, la produzione di TNT per usi medicali avviene quasi interamente all’estero (con oltre il 60% delle importazioni proveniente dall’Asia). Inoltre, il materiale monouso viene acquistato secondo le logiche dell’usa-e-getta, necessitando quindi di stoccaggio, gestione, mantenimento e smaltimento, che sono ovviamente a carico della struttura ospedaliera.
  • L’utilizzo del TTR favorisce il made in Italy.
    Se, infatti, nella filiera del monouso l’attività nazionale è ridotta e si limita all’intermediazione commerciale e alla customizzazione dei kit, nella filiera dei riutilizzabili la parte prevalente del valore aggiunto (all’incirca l’80%) si concretizza nelle attività di servizi realizzate interamente all’interno del territorio nazionale, così favorendo il made in Italy. A tal proposito, va sottolineato che in Italia il settore delle lavanderie industriali occupa decine di migliaia di lavoratori.
  • I tessili in TTR hanno un ciclo di vita più lungo, e possono tornare sul mercato come materie prime seconde e dare vita a nuovi oggetti, favorendo un modello economico circolare e più sostenibile per l’ambiente.Al contrario, i tessili in TNT vengono smaltiti tramite incenerimento, poiché classificati come rifiuti speciali al momento dello smaltimento.
  • Il TTR viene sterilizzato a vapore acqueo, mentre la sterilizzazione del TNT avviene generalmente a ETO, e quindi con l’immissione in atmosfera di gas climalteranti e potenzialmente dannosi.
Tessuto Tecnico Riutilizzabile in sala operatoria

Le istituzioni si stanno ora esponendo in modo diretto per un maggiore impiego e utilizzo di sistemi innovativi da applicare nel campo della sanità, per dare una risposta ai cittadini in termini di maggiore efficienza, costi e qualità dei servizi erogati.

Recentemente, la Sen. Biancofiore ha sottolineato l’importanza di “promuovere un’azione di informazione e sensibilizzazione nelle strutture sanitarie pubbliche e private in relazione alle più recenti novità normative comunitarie e nazionali in questo settore, alle positive esperienze già praticate sul territorio nazionale e alle migliori tipologie di dispositivi tessili disponibili sul mercato con riguardo alla sicurezza, alla sostenibilità ambientale, al processo produttivo e all’occupazione locale”.

Che il tema sia di rilevanza nazionale e che ci sia un’attenzione complessiva si evince anche dall’approvazione – ottenuta all’unanimità – per l’Ordine del Giorno presentato al Consiglio regionale dell’Assemblea Legislativa della Liguria dal Presidente della Commissione Sanità, Cons. Brunello Brunetto. Nel suo discorso dedicato a sale operatorie e interventi chirurgici, parla dell’importanza del prevenire la diffusione di agenti patogeni e infettivi in ambito sanitario, ma anche del fare una scelta di tutela dell’occupazione e della produzione nazionale, oltre che una scelta a favore dell’ambiente.

Fra le regioni che per prime hanno abbracciato la filosofia del riutilizzabile c’è sicuramente il Trentino Alto Adige; nella provincia autonomia di Trento il Consigliere Claudio Cia ha presentato una mozione con cui chiede alla Giunta provinciale di promuovere azioni in merito ai dispositivi tessili sanitari utilizzati nelle strutture ospedaliere pubbliche o private presenti in trentino, incentivando l’uso dei dispositivi tessili in TTR, mentre nella Provincia autonoma di Bolzano, l’Amministrazione ha già iniziato da tempo questo cambio di passo, riducendo notevolmente il monouso e portando così la percentuale di utilizzo del TTR nelle strutture sanitarie a oltre il 60%.

La tematica, infine, è stata portata avanti anche a livello europeo attraverso una interrogazione rivolta alla Commissione europea da parte dell’On. Matteo Gazzini, con la quale si è chiesto di incentivare negli Stati membri l’utilizzo da parte delle strutture sanitarie dei TTR ed alla quale l’organo competente ha risposto evidenziando la presenza allo stato attuale di politiche di indirizzo in tal senso.

Sul tema dell’importanza della promozione del riutilizzabile in Europa si sta muovendo, ormai da qualche anno, l’associazione CHAINGE (www.chaingegroup.com), il cui obiettivo è appunto quello di ridurre al minimo la quantità di tessuti chirurgici monouso utilizzata nelle sale operatorie di tutta Europa, auspicando un impegno condiviso.

È chiaro quindi che l’utilizzo sempre maggiore dei dispositivi in TTR rappresenta una strategia vantaggiosa da diversi punti di vista – economico, ambientale, sociale – strategia i cui eventuali risultati, tra l’altro, costituirebbero la soluzione ottimale sia per il paziente sia per gli operatori, in termini di maggiore sicurezza e contenimento delle possibili infezioni.

 

 

[1] Altis Cattolica – Cerismas – Bcg – Quantis, Sostenibilità in Sanità: in quale direzione si stanno muovendo le aziende?, marzo 2023